La sposa gitana by Carmen Mola

autore:Carmen Mola [Mola, Carmen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2023-12-22T16:09:10+00:00

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Aveva immaginato di dover accettare l’invito a pranzo di Salvador Santos; a quell’ora poteva essere lì con lui, rilassata, a intrattenere una conversazione farcita di aneddoti polizieschi e di pettegolezzi su questo o quell’altro commissario. Ma l’incontro con il poliziotto in pensione è stato un disastro ed Elena Blanco non ha altra scelta se non accontentarsi di un panino nel solito bar e di scambiare due chiacchiere con Juanito, il cameriere romeno, chiacchiere che quasi sempre ruotano intorno al calcio.

«Mi sembra assente, ispettrice».

Lei annuisce mentre mastica con indolenza il suo panino di calamari, una squisitezza in quel bar di quartiere, accanto alla plaza Mayor, che vive dell’affluenza dei turisti e dei clienti affezionati.

«Le altre volte di solito chiacchieriamo un po’, ma oggi neanche una parola. Che le succede? Problemi in commissariato?»

«I problemi, in commissariato, ci sono sempre, Juanito».

«Tenere lo spogliatoio unito è difficile, eh?»

«Soprattutto dopo gli ultimi acquisti».

Juanito la indica con il dito e sorride. Gli piace molto che lei replichi a tono alle sue metafore calcistiche.

«Be’, una partitella extra può placare i bollenti spiriti. Glielo dico io, che un po’ me ne intendo».

«Tu che sei un filosofo, rispondi a questa domanda: cosa succede quando devi fare qualcosa di cui non hai voglia e cerchi scuse per procrastinare?»

«Errore infantile, ispettrice. Procrastinare è tenersi il nervoso nello stomaco per più tempo del necessario».

«Quindi, dovrei lanciarmi».

«La settimana prima di una partita importante, i giocatori sono sempre carichi di nervosismo. Ma quando sentono il fischio d’inizio, sparisce tutto e si mettono a giocare. E qui è lo stesso. Non appena farà la cosa che tanto la preoccupa, si sentirà meglio. Bisogna prendere il toro per le corna».

«Adesso non mischiare le metafore calcistiche con quelle taurine, che non si possono sentire. E poi voi romeni di tori ne sapete poco».

«Ma ha capito quello che voglio dire?»

Certo che ha capito. E Juanito, nel suo modo un po’ grezzo, spesso l’aiuta a vedere le cose in modo più lucido. La saggezza popolare ha un qualcosa che semplifica i problemi e li ridimensiona. E mentre ci riflette, Elena si dirige verso il quartiere Piovera, dove vivono i Macaya.

Sonia la riceve con il volto emaciato. È pallida, spettinata, magra come un cadavere. Ma non si rabbuia nel vedere l’ispettrice sulla porta. Nessun accenno di astio. Sembra quasi grata per la visita.

«C’è qualche novità?» chiede mentre si scosta per farla passare.

«Temo di no. Ma questa è la domanda che dovrei farti io, Sonia. Hai avuto notizie di Moisés?»

«No».

«Dove credi si possa essere nascosto?»

«Non lo so, davvero. È evidente che mio marito aveva una doppia vita, quindi potrebbe essere da qualsiasi parte. È incredibile quanto poco conosciamo le persone che ci vivono accanto».

«Sonia, secondo te perché Moisés è scappato dalla polizia?»

Sonia si stringe nelle spalle, sembra che la domanda sia davvero fuori dalla sua portata.

«Pensi che abbia qualcosa da nascondere?»

«Se faceva affari con suo cugino e con il Clan del Sordo aveva molto da nascondere, poco ma sicuro».

«Credi che avesse un’attività illegale con suo cugino?»

«Non voglio parlare del Capi, non voglio dire qualcosa di cui potrei poi pentirmi.

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